GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

Ma qual è la vera regalità di Gesù? Quella di chi ama, perdona, cerca la comunione con gli uomini suoi fratelli fino alla fine. È la regalità di un Messia che «regna dal legno», come amavano dire i padri della chiesa: solo sulla croce, infatti, viene posta sul suo capo l’iscrizione: «Questi è il re dei Giudei».

La festa di Gesù Cristo Re dell’Universo, che si celebra nell’ultima domenica dell’anno liturgico e prima di riprendere il nuovo anno con la prima domenica di Avvento, costituisce il coronamento delle feste della Chiesa, orientando e centrando l’attenzione del cristiano su Gesù redentore e Salvatore dell’uomo, che siede nella gloria alla destra del Padre, Re dei re e Signore dei signori.  Per comprendere meglio questa festa occorrerebbe ripercorrere la pedagogia dell’anno liturgico, giacché il calendario cristiano presenta e propone i misteri centrali della nostra fede: dalla nascita di Gesù fino alla Sua risurrezione e ascensione al cielo, passando attraverso la predicazione durante la vita pubblica del Signore, i miracoli compiuti, gli insegnamenti che Egli ci ha lasciato.
La solennità di Cristo Re indica che Gesù il Figlio di Dio é:
─ il Re e Signore della Storia;
─ un Re vicino a ognuno di noi;
─ un Re che si fa amico, fratello, padre, sposo di ogni anima che cerca consolazione, perdono, amicizia, amore.
Gesù Cristo è Re e Signore perché:
─ come Figlio di Dio, in Lui e per Lui sono state create tutte le cose: quelle del cielo e quelle della terra;
─ in Lui si fonda l’Universo e tutto sarà ricapitolato in Lui: cioè, tutto sarà consumato e concluso in Cristo;
─ la creazione stessa geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto attendendo la sua consumazione, quando tutto sarà posto ai piedi del suo Signore e anche l’ultimo nemico – la morte – sarà annientato, giacché è già stata vinta dalla morte e risurrezione del Signore.
Riflettere sulla regalità di Gesù vuol dire riconoscere i tratti specifici che la caratterizzano: il Signore è un re senza corona, se non una corona di spine; è un re senza un trono sontuoso, se non due assi di legno che formano una croce; è un re che non ha servitori, ma che si è messo a servizio degli altri. «Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce»:  dal passo di Giovanni. La verità passa attraverso la parola, i gesti e la testimonianza di Gesù, che noi dobbiamo essere capaci di riconoscere e vivere. Sarebbe stato più facile se Cristo Re dell’universo avesse avuto lo stesso stile di tutti gli altri re della Terra: non avrebbe creato scandalo, non avremmo avuto il peso legato all’esercizio della nostra libertà. Eppure così non sarebbe stato possibile il realizzarsi della salvezza per l’uomo. Ogni re ha i suoi sudditi, ma noi siamo chiamati a scegliere liberamente ogni giorno di essere suoi, ricordando che ci invita ad essere suoi amici, non suoi servi, non è Gesù stesso a imporsi come re, ma è il singolo che deve riuscire a riconoscerlo e vederlo per ciò che è.  La singolare regalità di Gesù ci interpella su come viviamo le relazioni e su quanto siamo capaci di credere nella forza della carità, del servizio e dell’amore fraterno. Come scrive San Paolo: se avremo piena conoscenza della sua volontà, porteremo frutto in ogni opera buona. Sapremo, allora, testimoniare il suo stile e non la mentalità di questo mondo, in cui comandare è sovrastare l’altro anziché servirlo. Ogni volta che incontriamo il suo sguardo sulla croce ridiciamo «Tu sei re», diciamolo per non rischiare di essere noi i primi ad esercitare un potere diverso dal suo, per non confondere l’imposizione con la testimonianza, per non dimenticare lo straordinario dono di cui siamo fatti partecipi. Siamo pronti ad accettare lo scandalo dell’amore più vero che la storia dell’umanità ha conosciuto? Siamo pronti a scegliere un potere che non sovrasta, ma eleva il fratello? Siamo pronti a renderci ultimi per essere primi? Chiediamo nella preghiera che il Signore ci educhi sempre più.