Il tempo dell’attesa, della conversione e della speranza

L’Avvento è «tempo di attesa, di conversione, di speranza. È il tempo dell’attesa della venuta di Dio che viene celebrata nei suoi due momenti: la prima parte del tempo di Avvento invita a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo; poi, avvicinandosi il Natale, la seconda parte dell’Avvento rimanda al mistero dell’Incarnazione e chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la salvezza di tutti. Ciò è spiegato nel primo Prefazio di Avvento, ossia la preghiera che “apre” la liturgia eucaristica all’interno della Messa dopo l’Offertorio. In essa si sottolinea che il Signore «al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana, portò a compimento la promessa antica, e ci aprì la via dell’eterna salvezza». E poi si aggiunge: «Verrà di nuovo nello splendore della gloria, e ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa».

L’Avvento è poi tempo di conversione, alla quale la liturgia di questo momento forte invita con la voce dei profeti e soprattutto di Giovanni Battista: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 3, 2). Infine è il tempo della speranza gioiosa che la salvezza già operata da e le realtà di grazia già presenti nel mondo giungano alla loro maturazione e pienezza, per cui la promessa si tramuterà in possesso, la fede in visione, e «noi saremo simili a lui e lo vedremo così come egli è» (1 Gv 3, 2).

L’Immacolata e la nostra umanità

«Vergine, se tu non riappari / anche Dio sarà triste» (Turoldo).

Se tu non riappari come alfabeto di speranza, come modello d’umano, il cristianesimo si fa triste, impoverito di tutta la dimensione gioiosa e danzante del Magnificat, della dimensione gratuita e festosa del vino di Cana, di un Dio che privilegia non lo sforzo, ma il dono. Si impoverisce del primo annuncio dell’angelo a Maria: «Kaire, sii lieta, sii felice, tu sei colmata di grazia».

Questa parola mai risuonata prima nella Bibbia, quel nome inaudito – Piena di grazia -, che ha il potere di stupire Maria perché nulla di simile aveva mai letto nel Libro, significa: tutto l’amore di Dio è su di te; significa: il tuo nome è “amata per sempre”.

L’annuncio dell’angelo si estende da Maria a ogni credente: gioisci, il tuo nome è “amato per sempre, amato mistero di peccato e di bellezza”. In un mondo di disgrazia è possibile ancora trovare grazia, anzi è la grazia che trova noi.

Ermes Ronchi