La canonizzazione del cofondatore delle Suore delle Poverelle sara’ celebrata da Papa Francesco

News 30249, Pantelleria 02/05/2022 (Giovanna Ferlucci Cornado)

Il 15 maggio 2022 in Piazza S. Pietro a Roma, Papa Francesco celebrerà la solenne canonizzazione di Don Luigi Palazzolo, cofondatore della Congregazione delle Suore delle Poverelle. Una notizia accolta con gioia in tutte le case delle Poverelle sparse in Italia, in Africa (Congo, Costa d’Avorio, Malawi, Kenya, Burkina Faso) e in America Latina (Brasile, Perù), dove le suore sono impegnate in parrocchie, ospedali, case di riposo, carceri e nei luoghi di povertà antiche ed emergenti.
Anche Pantelleria si prepara all’importante evento, condividendo la gioia la cui eco ha attraversato il globo terrestre, predisponendo una serie di iniziative che accompagneranno la comunità pantesca al singolare evento. Nella nostra isola le suore Poverelle sono attivamente presenti dal lontano 15 dicembre del 1945 quando un primo gruppo di sei suore giunse sull’isola con destinazione ospedale, a quel tempo ubicato nella contrada Khamma. Il 24 giugno 1949 si aggiunse un secondo gruppo per la Scuola Materna e Opere Parrocchiali nella contrada di Scauri e a seguire per la Scuola Materna di Khamma e del Capoluogo. Ebbe così inizio una preziosa e costante presenza nella comunità che venne definita “una silenziosa presenza di bene” seguendo il programma operativo del Fondatore che andiamo a conoscere rivedendo il cammino che Don Luigi Palazzolo ha intrapreso con la cofondatrice Suor Teresa Gabrieli. 
Luigi Palazzolo e Teresa Gabrieli nascono a Bergamo nella prima metà dell’Ottocento (rispettivamente il 10 dicembre 1827 e il 13 settembre 1837). I loro tempi e la loro terra non sono più facili dei nostri. Bergamo sta vivendo anni molto critici per la situazione sociale e politica, nel passaggio dalla dominazione straniera ad una Italia ancora tutta da costruire. Povertà materiali e morali si acuiscono a causa dell’abbandono del lavoro dei campi soffocato dalla mezzadria, dell’urbanizzazione disordinata, del diffuso e mal retribuito lavoro di donne e bambini nelle filande. Analfabetismo, alcolismo, usura, epidemie di colera, trascuratezza e abbandono dei figli… sono problemi gravi dell’epoca e tristemente noti. 

LUIGI MARIA PALAZZOLO 

nasce in una famiglia benestante, ma fin da bambino esprime una grandissima sensibilità verso i più poveri; sovente condivide con loro il suo cibo e i suoi vestiti; accompagnato da un domestico come vuole sua madre, visita gli ammalati nell’ospedale e nelle abitazioni più misere del quartiere San Bernardino. Pur possedendo ricchezze materiali e di affetto, nella sua giovinezza Luigi sperimenta anche il dolore perché a dieci anni perde il papà e a ventitré il fratello Aquilino, l’ultimo che gli era rimasto. Studia in seminario come alunno esterno e il 23 giugno 1850 riceve l’Ordinazione Sacerdotale. Il novello sacerdote ha una posizione sociale che gli garantisce sicurezza economica, potrebbe quindi dedicarsi ad un ministero sacerdotale tranquillo e gratificante, come ad esempio la predica zione, la confessione, la guida spirituale in uno dei numerosi conventi della città. Don Luigi sceglie invece di spendere a piene mani il suo entusiasmo di giovane sacerdote nell’oratorio della Foppa, un vicolo periferico e poverissimo della città dove, appena morta la mamma, egli trasferisce definitivamente anche la sua abitazione, deciso a “fare famiglia con i poveri”. Da questo momento in poi, è un continuo aprirsi a sempre nuove situazioni di bisogno che il suo Vescovo e la vita stessa gli presentano: bambini orfani abbandonati e a volte perfino venduti dai parenti, ragazze sfruttate nelle filande, famiglie numerose e poverissime, malati poveri impossibilitati ad accedere alle cure dell’ospedale, giovani e adulti analfabeti. Il programma operativo che a poco a poco si delinea, si condensa in una sua famosa frase forte ed efficace: 

“Io cerco e raccolgo il rifiuto di tutti gli altri, perché dove altri provvede lo fa assai meglio di quello che io potrei fare, ma dove altri non può giungere cerco di fare qualcosa io così come posso”. 

Il Palazzolo è uomo di intelligenza vivace e creativa, volontà tenace nel bene, capacità di rischiare, unita a grande equilibrio. Ai numerosi collaboratori che via via coinvolge, raccomanda insistentemente ciò che del resto lui stesso vive: umiltà di cuore e semplicità di vita, perché umiltà e semplicità fanno sentire il povero “persona accolta ed amata”. Dopo una forte esperienza contemplativa nel luglio 1869, durante un corso di Esercizi Spirituali a Roma, si fa discepolo dell’Amore-Crocifisso in una coerenza di vita senza riserve: infatti si fa povero, poverissimo, spogliandosi di ogni suo avere per i poveri, e lo fa secondo lo stile di Gesù, ponendosi a servizio degli ultimi, condividendo nella semplicità e concretezza del quotidiano le fatiche e le speranze dei poveri. Le richieste di aiuto aumentano e don Luigi cerca di moltiplicare cuore e braccia. Incontro davvero fortunato e guidato dalla Provvidenza fu quello con Teresa Gabrieli, una giovane maestra indicatagli dal suo direttore spirituale come donna di grande virtù, saggezza e sensibilità verso i poveri. A lei il Palazzolo propone di condividere la sua avventura di carità. Quando don Luigi le espone il suo progetto, Teresa Gabrieli ha trentadue anni e, oltre che nella scuola, è attivamente impegnata nella Pia Opera di S. Dorotea, un’associazione laicale che si dedica all’educazione umana e cristiana delle ragazze povere del quartiere. L’inattesa proposta di don Luigi realizza, sì, il suo sogno di consacrarsi a Dio, ma attraverso modalità totalmente impreviste e con un futuro assolutamente incerto. Il 22 maggio 1869 Teresa pronuncia i Voti religiosi, quella notte ha inizio la famiglia religiosa che porter& agrave; il nome di “suore delle poverelle”, un nome che voleva essere un programma: donne consacrate totalmente a Dio per essere totalmente a servizio dei poveri, anzi “dei poverelli e delle poverelle” come Don Luigi amava chiamarli con tenerezza e rispetto.
Luigi Maria Palazzolo muore il 15 giugno 1886,  la responsabilità di 11 case, 70 suore, 270 orfanelli, cade completamente su Teresa Gabrieli, che guiderà la crescente “famiglia del Palazzolo” con evangelica energia per ben ventidue anni, impegnata a testimoniare per prima, fra le sorelle, una carità senza misura. Alla sua morte, avvenuta il 6 febbraio 1908, lascia una Congregazione con 40 case, 295 suore e 40 novizie. Don Luigi Maria Palazzolo viene dichiarato “beato” da Papa Giovanni XXIII il 19 marzo 1963. 

(si ringrazia Suor Tommasina Gabrieli per la collaborazione)